martedì 7 aprile 2015

E' notte fonda.
Attorno silenzio.
Una lampada, e la sua luce.
Le mani, e il chiarore di quella luce.
La tastiera, e le ombre di quella stessa luce.
E' l'atmosfera che prediligo, perché accompagna le mie meditazioni, senza che possano venire interrotte.
È come sciorinare le mie idee ad interlocutori disincantati, in attesa del finale rivelatore, simile a quello di un libro giallo.
In realtà so di essere l'unico interlocutore di me stesso, e mentre compongo la sequenza delle mie idee, ignoro la destinazione cui giungerò.
L'introspezione è come fare ordine nella mente, è come revisionare il passato vissuto per correggere i giudizi di un primo momento.
Rivedo i flash back del giorno appena passato, e scorgo particolari inosservati. 
Perché non sempre osservo, mentre guardo. 
Ma l'immagine talvolta rimane salva nella mia mente, e quando la vedo riprodotta nel cofanetto dei miei ricordi, spesso tutto diventa più chiaro. 
Anche ciò che farò, da lì a poco. 
Anche le decisioni che dovrò prendere. 
Anche le cose che diventano certezze. 
E sul finale di questo carosello, realizzo che è giunto il termine di questo lungo giorno, e non da poco.
Finisco di mettere in ordine quel cofanetto, e rimando le azioni dei miei nuovi propositi al giorno in arrivo.
So con certezza che non avrò fatto in tempo ad esaudire l'impegno dell'ultimo onere di oggi, per vedere, tra qualche ora, prendere forma un nuovo onere.
Non rimarrò indifferente.