martedì 26 novembre 2013

Vieni a prendermi, di F. Demaria


Giungere al termine di un libro è qualcosa di liberatorio, ma nel contempo nostalgico. Aver vissuto come spettatore, affacciato al davanzale di una finestra privilegiata, osservando e ascoltando le vicissitudini dei protagonisti del romanzo "Vieni a prendermi" (F.Demaria), in una storia senza limiti di tempo e discrezione, vuol dire farne parte. Già adesso sento il distacco, simile a quella che si prova quando un caro amico ritorna alla sua terra lontana. Nel libro, la descrizione dell'autore è, come di consueto, ricco di particolari che centrano, senza possibilità di travisare, il preciso stato d'animo dei protagonisti del romanzo. L'intreccio delle vicende si incastona in una realtà vissuta nel secolo scorso, oggi tenute vivide dai racconti dei nostri nonni e dei nostri genitori. Transitare più volte dal passato al presente e viceversa, secondo un percorso studiato con cura dall'autore, non pesa affatto, e anzi riempie in modo razionale il bagaglio di particolari che destano il progressivo interesse verso la scoperta del momento culminante, al termine del racconto. Le emozioni non mancano, soprattutto per quelli come me, in grado di apprezzare i rapporti tra persone, e la mistura di sentimenti come amore, lealtà, rispetto, orgoglio, sacrificio. Grazie all'autore, che anche in questa sua opera ha saputo trascinarmi in una viscerale partecipazione, profonda per lo spessore dei valori cui ha saputo dar fondo.