venerdì 27 novembre 2009

Il mio baricentro

 


 

 

 

Il mio baricentro







Tra noncuranza e attenzione,




tra rifiuto e accettazione,




tra distacco e passione.


 



Qual'è il baricentro della mia emozione ?








Ho manovrato la mia mente a piacimento,




ma è stata un'impressione a cui ho voluto fare affidamento,


 



ricusando un pieno esame,


 



quello che mi avrebbe portato a sancire


 



il mio essere in balia di una odiosa dipendenza.


 



Ma oggi vado oltre.


 



Ricaccio indietro il mio orgoglio,


 



prendo e pretendo una boccata d'aria nostalgica,




la lascio entrare nei miei ventricoli cerebrali.


 



Lì trova dimora, qualificata a generare turbamento,




abile a contagiare l'indifferenza che faticosamente




ho edificato nel mio animo.




Lo scompiglio mentale mi fa assaporare una delicata dolcezza,




e anche l'armonica visione di un viso,




e l'assenza dello scorrere del tempo che è insita in un fermo immagine,




come un'istantanea che non conosce né degrado né oblio.




Assaporo, senza rimpianto.




Mi emoziono.




 


 


 




Adesso che ho dato libero sfogo al mio impulso irrazionale




trovo la quiete,




e sono pronto a riappropriarmi del mio dominio,




rinsaldato da un forte appetito per la vita.












(Lucio - 26 novembre 2009 - Poesia n.3)


 


 


Versione stampabile:   www.lucioweb.it/ARCHIVIO/POESIE/Ilmiobaricentro.pdf


 


 

martedì 24 novembre 2009

Donna e mamma

 


 

 

Niente di più tenero di una donna che la sera di una lunga giornata di lavoro trova la forza di un sorriso per il proprio figlio... e per il proprio uomo.


 

venerdì 13 novembre 2009

Ho imparato a sognare

... tra una botta che prendo
e una botta che dò
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
che se cado una volta
una volta cadrò
e da terra, da lì m'alzerò.
C'è che ormai, che ho imparato a sognare, non smetterò !

(Negrita)

PAROLE E IMMAGINI CHE MI HANNO PROCURATO
LA MAGICA EMOZIONE DEL FANTASTICO VOLO VERSO L'AMORE PER LA VITA.


 







domenica 8 novembre 2009

Un pensiero a te

 


 

Ritaglio domenicale consueto, in attesa dell'ora appropriata per l'uscita. La fa da padrona l'ascolto della musica, che traduce forza e buona volontà al fronteggiare degli obblighi casalinghi. Spesso, come oggi, è la solita vecchia musica che fa piacere riascoltare, e, come sempre, pure breccia all'apparente indifferenza che riveste la mia voglia matta di cantare. E oggi arriva Avrai, e butto giù lo scudo. Mi fermo, lascio "deposti" gli attrezzi e anche "libera" l'intrusione del suono dentro il mio cuore e la mia anima. Gli sovrappongo il mio canto, profondo e coinvolto. Ed è dedica a Marti.

domenica 1 novembre 2009

Pelle

 


 

Pelle. La nostra scorza. Ma non solo. E' quel guscio che tenta di proteggere il nostro intimo, ma che, in fondo in fondo, non riesce a nascondere le nostre caratteristiche intrinseche. E' uno strumento di conoscenza, forse rudimentale, ma che dà la sua pronta valenza nei rapporti tra gli esseri umani. E' il primo baluardo che capta e trasmette sensazioni ed emozioni, prima ancora che l'ascolto della parola possa indirizzarci verso la coscienza di un giudizio, che talvolta è contraddittorio rispetto ai segnali che la pelle diffonde. Ma la pelle è qualcosa di inconsapevolmente istintivo, a cui dovremmo dare ascolto, senza temere le complicazioni di un errore.

Questa è una delle considerazioni che mi sovvengono, dopo la piacevole e coinvolgente lettura del libro "Pelle" (di G. Demaria). Un libro che si legge tutto d'un fiato, che mi ha emozionato perché è riuscito a descrivere minuziosamente stati d'animo dell'uomo, nelle sue forme anche più cruente e di emarginazione, profondamente appartenenti ad una realtà che molto spesso si cela dietro la monotona quotidianità. La sua lettura stimola nuove riflessioni, come ad esempio il tentativo di comprensione del machiavellico ragionamento dei sofferenti di mente, che siamo frettolosamente propensi ad insignire col termine "pazzi", senza tentare di evocare un sentimento di solidarietà. Riprendendo le parole dello stesso autore, raccontare le loro storie, nella maniera più cruda possibile, può disorientare, ma è un modo per trovare comprensione e significato.