lunedì 27 agosto 2012

I capitali esteri prendono il volo.



L'ennesimo caso di capitali che lasciano l'Italia. Una dietro l'altra le industrie stanno ritirando i loro investimenti perché nel Bel Paese non conviene più produrre, ma solamente vendere il prodotto finito (tra qualche anno nemmeno quello).

L'articolo su:  Il Fatto Quotidiano

domenica 26 agosto 2012

Le liste bloccate



Le liste bloccate sono una sbeffeggiatura per l'elettore. L'unico modo per aggirarle è votare partiti nuovi, dove non sono presenti i soliti attori della politica italiana. Chi non vuol comprendere questo concetto, si merita le stesse facce che da decenni riscaldano le sedie delle aule parlamentari senza che abbiano veramente preso a cuore la questione Italia.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/26/legge-elettorale-cicchitto-terzo-dei-parlamentari-con-liste-bloccate/334233/


sabato 25 agosto 2012

Il politico è un mestiere. E non per tutti.


Questi politici. 

Bravi ad illustrare i problemi del nostro Paese.
Bravi a fare l'elenco delle cose da cambiare. 
Bravi a promettere il personale impegno necessario al raggiungimento dello scopo sociale collettivo. 

Ma perché, anziché limitarsi a raccontarci il prodotto finito del loro progetto, non ci spiegano dettagliatamente come intendono agire, e il relativo prezzo da pagare, e le persone che si faranno carico di quel conto? 

Sono bravi a sottacere la ricetta con le sue medicine,
bravi a dichiararsi a favore di tutti e di tutto ciò che è oggettivamente condivisibile,
bravi a nascondere che ogni soluzione ha un prezzo da pagare, un prezzo che certamente loro non pagheranno, ben altro in serbo per i loro interlocutori. 

Dunque, meglio parlare del traguardo finale, senza fornire ulteriori dettagli sulle asperità che si incontreranno durante il tragitto, cosicché tutti sono felici (per il momento) perché le belle parole non fanno male a nessuno.

E se poi i risultati non dovessero arrivare?

Poco da scaldarsi.

Sì perché la colpa non certo loro.

Nooo. Semmai è degli avversari politici, o dei franchi tiratori, o della crisi economica, o del povero cittadino che non ha tratto bene il significato delle loro parole.

Loro hanno fatto il possibile.

Loro sono di mestiere. Noi no.

Effetti speciali


M'imbatto in una chat pubblica su Google+. E mi ricordo che ci sono persone nel mondo che non si piacciono esteticamente. Niente di nuovo, constato. Solamente, che ogni tanto esce fuori quell’aspetto peculiare che è dei giovani (ma non solo), e ripasso le mie consolidate convinzioni sull’oggettiva (ma troppo trascurata) considerazione che il miglior valore è quello interiore, non certo quello estetico. Sembra retorica, ma quando asseriamo che 
chi non ci apprezza per quello che siamo dentro non merita la nostra amicizia,
edifichiamo una solida base di vita.
Io il concetto di bello fuori l’ho scavalcato, quello delle apparenze, altrettanto.
Da tempo per me vige la virtù del contenuto, che prescinde dagli effetti cromatici dell’involucro, effetti speciali inefficaci.


Quel che c'è di vero nel Bingo


La verità, specialmente quella che ci riguarda, è come il Bingo...
la vorremmo gridare prima che lo facciano gli altri.

lunedì 13 agosto 2012

Il Baratto, l'alternativa del futuro.

Qualche giorno fa mi sono preoccupato di aprire un canale con il popolo siracusano (e non solo) per lanciare un messaggio in un periodo in cui sentiamo fortemente la crisi economica che ha investito non solo il nostro Paese, ma tutta l’Europa. E’ una condizione particolare dai funesti risvolti paventati, a cui stentiamo a credere (alla luce anche di quanto accede ai nostri concittadini europei greci e spagnoli), e che ci trasmette una sgomento che non riusciamo a rimuovere. E’ una condizione che, scavando dentro le nostre più ragionevoli deduzioni, ci porta a valutarla come difficile da affrontare, stante alle approssimative soluzioni che il governo Monti ha messo al vaglio. E sì che dobbiamo renderci conto come l’indice del progresso in una comunità, nel lungo termine, abbia alti e bassi, come per la stessa esistenza del pianeta Terra, che in passato si è vista alternare ere glaciali con ere di disgelo. Purtroppo, dal mio personale punto di vista, viviamo in un periodo in cui la parabola di sviluppo ha fatto il suo giro di boa, e per un effetto puramente ciclico, ha iniziato la sua discesa verso una regressione, non solo economica, ma anche di valori. Oggi, sempre dal mio personale punto di vista, si alternano fortemente sentimenti di cooperazione verso chi ha bisogno, con sentimenti di puro egoismo, e lo stridore di questi due stati d’animo produce l’imperfezione di uno stile di vita in un contesto sociale malato. Ma tralasciando l’involuzione sotto l’aspetto umano (che pure spiegherebbe molte insofferenze), il declino dell’economia ci tocca con maggiore livore soprattutto quando ai nostri occhi si palesano ingiustizie oltre-misura, vedi ad esempio i vantaggi sproporzionati a favore dei nostri politici, e l’irriguardevole qualità dei loro servigi che li squalifica a pieno titolo dal ruolo di rappresentanti del Popolo Italiano. Se fino a qualche anno fa la linea che demarca il limite di sopportazione stava ben lontano dai nostri piedi, oggi possiamo decretare con assoluta certezza che la stessa è stata superata di gran lunga, ponendoci di fronte all’interrogativo di una presa di posizione, più o meno drastica, ma pur sempre contraria storicamente ai nostri dettami di vita. Il mio non è certamente un invito alla rivoluzione, la cui soluzione è ancora ben lontana dall’essere presa in considerazione (per il momento), ma indubbiamente è un appello a scavare all’interno delle nostre virtù, che non ci hanno mai tradito. Non voglio sottoporre la questione dal punto di vista legiferativo (a mio parere la crisi europea è attribuibile alla globalizzazione, quindi si risolverebbe col divieto di importazione, ma questa è un’altra storia), ma sotto un modesto profilo di azione individuale come risposta all’incuria dei nostri cari politici.

Ciò che la vita ci ha insegnato è certamente una capacità di saper fare un qualcosa di cui pochi, o non tutti, possono dire altrettanto di averne competenza. E’ un qualcosa che ci ha reso qualificato all’interno di una comunità di persone, è uno strumento che ci ha fornito la possibilità di raggiungere l’obiettivo di renderci utile con lo scopo di ricevere in cambio adeguato riconoscimento per il raggiungimento dei nostri scopi personali e familiari.
Il riconoscimento è da troppo tempo l’ottenimento di una quantità variabile di moneta, che da diversi secoli la fa da padrona in luogo di quell’antico strumento, assai efficace in passato, dal nome baratto.
L’utilizzo della moneta ha coinvolto, facendolo ancora oggi, altri partecipanti nel carosello dello scambio di beni e servizi, e ovviamente questi altri concorrenti assumono un ruolo non proprio indifferente nel rapporto intrattenuto tra le due parti. Chi gestisce la moneta sa di avere il vantaggio subdolo di manipolarne il valore, e quando pensiamo di avere ottenuto la giusta remunerazione in cambio del nostro bene o servizio reso, ci sbagliamo di grosso, perché in realtà paghiamo il costo dell’uso di uno strumento di pagamento di cui non abbiamo alcun controllo (per svalutazione, interessi e spese bancarie, costo di gestione della Zecca di Stato, implicazioni di carattere fiscale, etc.). Con il baratto tutto rimane in un ambito circoscritto ai due partecipanti all’accordo.
Non mi dilungo oltre, ma vi segnalo solo una piattaforma telematica con cui provare a realizzare lo scambio, e in particolare lo scambio dei servizi, nella maniera più proficua possibile, superando le difficoltà intrinseche dell’uso della moneta, per i motivi che lascio ricavare dopo ulteriore analisi personale di chi legge. La piattaforma la trovate cliccando l’indirizzo www.barattodeiservizi.it nel quale troverete altre informazioni in merito al suo utilizzo.
A voi adesso trarre il beneficio o l’infruttuosità di quanto vi ho esposto, pur comunque ringraziandovi per l’essere arrivati fin qui e l’aver avuto riguardo alla vostra pazienza.
Il Baratto dei Servizi.

Tratto dal Diario de"Il Baratto dei Servizi" di Facebook (22 luglio 2012)

domenica 5 agosto 2012

Fuori dall'Eurolandia

Fuori dall'Eurolandia. L'unione europea non ci ha dato nulla e ci vincola nelle scelte economiche che, se prese liberamente, potrebbero salvare il nostro paese.

Proporzionale o maggioritario ?


Solo un sistema proporzionale garantisce l'esatta rappresentanza del popolo. A costo di sacrificare una migliore governabilità, è sempre auspicabile che la volontà dell'elettore sia fedelmente riprodotta nelle aule del Parlamento. Altrimenti si dà la possibilità a chi ha il potere di accrescerselo. "Il popolo dà il potere, il popolo toglie il potere.": questo è lo spirito guida che non dobbiamo abbandonare.