lunedì 7 marzo 2011

M'illumino di te

M’illumino di te



E’ ancora buio,
il sole non ha ancora fatto a tempo a sorgere,
il silenzio precede di poco l’imminente ripresa delle attività giornaliere
che rendono le persone simili alle macchine.
Sta per iniziare un nuovo giorno che preannuncia azioni ripetute, gesti familiari.
Apparentemente è tutto così ovvio, prevedibile,
come il rito con cui l’uomo è abituato ad articolare i movimenti del suo corpo
e che sembra scritto su un copione che non vuole rinnovarsi.
Ti avvicini,
sento la tua guancia che teneramente si appoggia alla mia,
e il torpore, che mi ha tenuto fino a quel momento custodito
come oggetto ovattato e rinchiuso in una scatola,
lascia lo spazio ad una luce perché possa entrare nella mia mente,
privandola di qualsiasi incertezza od ombra annidatasi nel corso della notte.
La tua luce mi illumina,
scava dentro gli anfratti cerebrali e mi lascia cogliere l’emozione di un profondo amore,
puro come l’acqua, terso come il cielo, trasparente proprio come la luce.
Assorbo il calore di quel contatto come linfa prodigiosa che si inocula dritta nelle mie nervature,
trangugio l’inebriante sensazione di una dolce presenza
che all’occorrenza è in grado di stordire i sensi
ma che adesso si manifesta in modo rassicurante.
Appropriandomi di quella determinazione, annuisco virtualmente
come a replicare al messaggio non troppo celato dietro al tuo breve gesto,
ne aspiro l’aroma che evapora assieme al profumo della tua pelle,
e mi lascio trascinare dall’incantesimo che la tua persona riesce a dar vita,
realizzando che la mia caccia al tesoro nell’isola sperduta l’ho attuata con indubbio successo.


(Lucio - Floridia, 9 febbraio 2011 - Poesia n. 11)