domenica 27 dicembre 2009

Paure e malinconie






La malinconia...


simile a quella dell'abbandono,


che mi assale al termine di un buon libro.



La paura...


che il prossimo libro sia incapace di cancellarla.





(Lucio - 27 dicembre 2009 - Poesia n.5)




www.lucioweb.it/ARCHIVIO/POESIE/Pauremalinconie.pdf



sabato 26 dicembre 2009

L’eleganza del riccio

 


 

Ho l'emozione ancora viva in me. Mi capita spesso, quando ho da poco finito di leggere un libro. Lo rivivo, seguendo un percorso che rivela le giustificazioni e le comprensioni degli episodi che ne hanno scandito la lettura. Episodi e descrizioni che sul momento non destano l'altisonanza che inesorabilmente noi lettori pretendiamo, parola dopo parola. Questo è un limite, un pregiudizio che trae la sua origine dalla primaria necessità di tenere sempre alto il livello di coinvolgimento, in grado di lenire le frustazioni provocate dalle indifferenze che derivano dal quotidiano vivere.

Ma ci sbagliamo tutti. A volte, ciò che sembra, non è. Lo sostengo pure io, che ho sbandierato il valore di quell'impulso irrazionale, l'istinto, che, a mio avviso, ci toglie da quell'incresciosa incombenza di una scelta di vita. Ma, in questo caso, è proprio l'istinto che ci deve guidare alla pazienza, all'attesa, e, soprattutto, alla fiducia.

Può un libro, che per la sua prima metà illustra enunciati filosofici, esposizioni psicologiche, ghirigori dello stesso concetto, trasformarsi nel romanzo coinvolgente, terribilmente conforme ad una realta che ci appartiene ?

Sì, in modo assoluto. Ne ho la prova dopo la lettura del libro di M. Barbery, L'eleganza del riccio, che, premiando una persistente lettura, con una metamorfosi farfallina, caccia fuori inaspettatamente quella passione che travolge e riempie. Riempie nella maniera più cruda, quasi a riproporre il principio secondo il quale questo mondo non è fatto di bambole e favole.

Sconvolto. Questo è l'esito personale della lettura del libro. Sconvolto dall'accelerazione improvvisa a cui il libro si piega, a servizio del lettore, che vive soprattutto di emozioni e condivisioni. Ragguagliato sul fatto che la vita oggi ci dà, domani ci toglie, quasi a rendere applicabile la regola del contrappasso, in qualche modo rievocata dal pensiero della protagonista quando ammette a sè stessa di non aver mai voluto trarre vantaggio dalla sua mente (virtuosa), a dispetto della sua classe sociale, perchè l'avrebbe portato sicuramente alla punizione.

Faccio i miei complimenti all'autrice, oltre al ringraziamento per l'avermi omaggiato del carico di emozione di cui non mi sono ancora assuefatto.

E’ questo il senso della vita ?

 

 

 

Un mattino dopo l'altro, già stremati da tutte le battaglie che sopraggiungono, rinnoviamo lo spavento della vita quotidiana, un corridoio infinito che nelle ultime ore sarà valsa la pena aver così a lungo percorso.

 

(da "L'eleganza del riccio")

giovedì 24 dicembre 2009

Ritorno emozionale


 



 


E ritorna l'emozione. Non avevo dubbi. Mi riconosco. Basta quel “nonnulla per gli altri“ per far sì che il mio cuore si riempia di una carica positiva. E' il mio orgoglio. O la mia debolezza. O entrambi.


La mia implosione di oggi è quasi fuori luogo. Una lettura frettolosa di un capitolo di un libro, fatta in piedi, passeggiando in cucina, tra il fine pranzo e la piena operatività che deriva dall'imminente incombenza di terminare i preparativi per la cena di stasera. Un risvolto inatteso per quel libro che non destava molto interesse, ma che da alcune pagine lasciava intravedere uno spiraglio di risvolti pienamente condivisibili e fortemente emozionali. La protagonista, protetta sin lì da quel guscio che le ha concesso di non svelarsi, ha il suo momento di sfogo innanzi a chi sembra in grado di comprenderla, e piange. Ed io con lei.

domenica 13 dicembre 2009

Luci e bagliori del passato

 


 


Luci e bagliori del passato











Un lieve accenno,




ed ecco che riappari.




Rovisti nella mia mente




come una mano con la sua tasca,




e quando l'hai ispezionato




le lasci il tuo magico ricordo,




misto alla sua malinconia.






 






(Lucio - 13 dicembre 2009 - Poesia n.4)


 


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venerdì 27 novembre 2009

Il mio baricentro

 


 

 

 

Il mio baricentro







Tra noncuranza e attenzione,




tra rifiuto e accettazione,




tra distacco e passione.


 



Qual'è il baricentro della mia emozione ?








Ho manovrato la mia mente a piacimento,




ma è stata un'impressione a cui ho voluto fare affidamento,


 



ricusando un pieno esame,


 



quello che mi avrebbe portato a sancire


 



il mio essere in balia di una odiosa dipendenza.


 



Ma oggi vado oltre.


 



Ricaccio indietro il mio orgoglio,


 



prendo e pretendo una boccata d'aria nostalgica,




la lascio entrare nei miei ventricoli cerebrali.


 



Lì trova dimora, qualificata a generare turbamento,




abile a contagiare l'indifferenza che faticosamente




ho edificato nel mio animo.




Lo scompiglio mentale mi fa assaporare una delicata dolcezza,




e anche l'armonica visione di un viso,




e l'assenza dello scorrere del tempo che è insita in un fermo immagine,




come un'istantanea che non conosce né degrado né oblio.




Assaporo, senza rimpianto.




Mi emoziono.




 


 


 




Adesso che ho dato libero sfogo al mio impulso irrazionale




trovo la quiete,




e sono pronto a riappropriarmi del mio dominio,




rinsaldato da un forte appetito per la vita.












(Lucio - 26 novembre 2009 - Poesia n.3)


 


 


Versione stampabile:   www.lucioweb.it/ARCHIVIO/POESIE/Ilmiobaricentro.pdf


 


 

martedì 24 novembre 2009

Donna e mamma

 


 

 

Niente di più tenero di una donna che la sera di una lunga giornata di lavoro trova la forza di un sorriso per il proprio figlio... e per il proprio uomo.


 

venerdì 13 novembre 2009

Ho imparato a sognare

... tra una botta che prendo
e una botta che dò
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
che se cado una volta
una volta cadrò
e da terra, da lì m'alzerò.
C'è che ormai, che ho imparato a sognare, non smetterò !

(Negrita)

PAROLE E IMMAGINI CHE MI HANNO PROCURATO
LA MAGICA EMOZIONE DEL FANTASTICO VOLO VERSO L'AMORE PER LA VITA.


 







domenica 8 novembre 2009

Un pensiero a te

 


 

Ritaglio domenicale consueto, in attesa dell'ora appropriata per l'uscita. La fa da padrona l'ascolto della musica, che traduce forza e buona volontà al fronteggiare degli obblighi casalinghi. Spesso, come oggi, è la solita vecchia musica che fa piacere riascoltare, e, come sempre, pure breccia all'apparente indifferenza che riveste la mia voglia matta di cantare. E oggi arriva Avrai, e butto giù lo scudo. Mi fermo, lascio "deposti" gli attrezzi e anche "libera" l'intrusione del suono dentro il mio cuore e la mia anima. Gli sovrappongo il mio canto, profondo e coinvolto. Ed è dedica a Marti.

domenica 1 novembre 2009

Pelle

 


 

Pelle. La nostra scorza. Ma non solo. E' quel guscio che tenta di proteggere il nostro intimo, ma che, in fondo in fondo, non riesce a nascondere le nostre caratteristiche intrinseche. E' uno strumento di conoscenza, forse rudimentale, ma che dà la sua pronta valenza nei rapporti tra gli esseri umani. E' il primo baluardo che capta e trasmette sensazioni ed emozioni, prima ancora che l'ascolto della parola possa indirizzarci verso la coscienza di un giudizio, che talvolta è contraddittorio rispetto ai segnali che la pelle diffonde. Ma la pelle è qualcosa di inconsapevolmente istintivo, a cui dovremmo dare ascolto, senza temere le complicazioni di un errore.

Questa è una delle considerazioni che mi sovvengono, dopo la piacevole e coinvolgente lettura del libro "Pelle" (di G. Demaria). Un libro che si legge tutto d'un fiato, che mi ha emozionato perché è riuscito a descrivere minuziosamente stati d'animo dell'uomo, nelle sue forme anche più cruente e di emarginazione, profondamente appartenenti ad una realtà che molto spesso si cela dietro la monotona quotidianità. La sua lettura stimola nuove riflessioni, come ad esempio il tentativo di comprensione del machiavellico ragionamento dei sofferenti di mente, che siamo frettolosamente propensi ad insignire col termine "pazzi", senza tentare di evocare un sentimento di solidarietà. Riprendendo le parole dello stesso autore, raccontare le loro storie, nella maniera più cruda possibile, può disorientare, ma è un modo per trovare comprensione e significato.

venerdì 30 ottobre 2009

La HAKA

 


 


E' una danza del popolo Maori (Nuova Zelanda). E' liberatoria, suggestiva, apparentemente inquietante ma in realtà capace di tirar fuori quello che c'è di meglio dentro di noi. Non sarebbe male l'idea di istituire, nelle palestre, un corso di danza HAKA. Sarebbe terapeutico. Di questi tempi, una valvola di sfogo serve a scongiurare azioni istintive pericolose. Meglio prevenire.

mercoledì 21 ottobre 2009

Fantastico Faletti.




 


Complimenti, Giorgio. Non potevo riempire una pausa-lavoro in modo migliore. La lettura del 21° capitolo di "Io sono Dio"  è stata… da Dio. Che emozione ! Non so come, ma le tue parole, sfornate dalla tua fantasia, mi hanno dato i brividi. Non so come spiegare. Credo succeda quando, durante le tue precise descrizioni, affiorano i buoni sentimenti da sotto lo strato di pelle della gente, malgrado rassomigli ad una corteccia, aspra e indurita dalle ingiustizie subite.

domenica 18 ottobre 2009

Esausto !

 


sensi


Sì, proprio esausto.


Ho fatto il pieno di giornata. E adesso non so se è rimasta scia di bene o di male. Sono incapace di misurare. Non so se gratificarmi o rammaricarmi. Ci sono due sensazioni, contrastanti tra loro, ma entrambi coesistenti, dentro di me. Riesco a liberare, dal mio istinto, prima una, poi l’altra. E’ un binomio che, in maniera surreale, cova dentro, e si manifesta quasi con l’alternanza dei colpi di due tennisti contrapposti.


C’è soddisfazione, ma anche bruciore. C’è corposità, ma anche vuoto. C’è orgoglio, ma anche impossibilità.


Ma di una cosa sono sicuro: c’è vita, dentro.

mercoledì 7 ottobre 2009

L’affascinante prologo di G.Faletti in “Io sono Dio”

 



 


Nella suggestiva descrizione di Giorgio Faletti c’è la figura di un serial killer, immerso nei nefasti pensieri di quei brevi momenti che intercorrono tra l’innesco di un ordigno esplosivo e la sua deflagrazione. 


 “Inizio a camminare.


Cammino lento, perché non ho bisogno di correre. Cammino lento perché non voglio correre. Tutto è previsto, anche il tempo legato al mio passo. Ho calcolato che mi bastano otto minuti. Al polso ho un orologio da pochi dollari e un peso nella tasca della giacca. E’ una giacca in tela verde e sul davanti, sopra il taschino, sopra il cuore, una volta c’era una striscia cucita con un grado e un nome. Apparteneva a una persona il cui ricordo è sbiadito come se la custodia fosse stata affidata alla memoria autunnale di un vecchio. E’ rimasta solo una leggera traccia più chiara, un piccolo livido sul tessuto, sopravvissuto all’affronto di mille lavaggi quando qualcuno


chi?


perché?


ha strappato via quella striscia sottile e ha trasferito il nome prima su una tomba e poi nel nulla.


Adesso è una giacca e basta.


La mia giacca.


Ho deciso che la metterò ogni volta che uscirò per fare la mia breve camminata di otto minuti. Passi che si perderanno come fruscii nel fragore di milioni di altri passi camminati ogni giorno in questa città. Minuti che si confonderanno come scherzi del tempo, stelle filanti senza colore, un fiocco di neve sul crinale che è l’unico a sapere di essere diverso da tutti gli altri.


Devo camminare otto minuti a un passo regolare per essere sicuro che il segnale radio abbia voce sufficiente per compiere il suo lavoro.


Ho letto da qualche parte che se il sole si spegnesse di colpo, la sua luce raggiungerebbe la terra ancora per otto minuti prima di precipitare tutto nel buio e nel freddo dell’addio.


D’un tratto mi ricordo di questa cosa e mi metto a ridere. Solo, in mezzo alla gente e al traffico, la testa levata al cielo, una bocca spalancata su un marciapiede di New York per la sorpresa di un satellite nello spazio, mi metto a ridere. Intorno a me persone si muovono e guardano quel tipo in piedi all’angolo di una strada che sta ridendo come un pazzo.


Qualcuno forse pensa che pazzo lo sia davvero.


Uno addirittura si ferma e per qualche istante si unisce alla mia risata, poi si rende conto che ride senza saperne il motivo. Rido fino alle lacrime per la incredibile e derisoria viltà del destino. Uomini hanno vissuto per pensare e altri non hanno potuto farlo per essere stati costretti alla sola incombenza di sopravvivere.


E altri a morire.


Un affanno senza remissione, un rantolo senza aria da salvare, un punto interrogativo da portare sulle spalle come il peso di una croce, perché la salita è una malattia che non finisce mai. Nessuno ha trovato il rimedio per il semplice motivo che il rimedio non c’è.


La mia è solo una proposta: otto minuti.


Nessuno fra gli esseri umani che si affannano intorno a me può sapere il momento in cui questi ultimi otto minuti inizieranno.


Io sì.


Io ho nelle mie mani molte volte il sole e posso spegnerlo quando voglio. Raggiungo il punto che per il mio passo e per il mio cronometro rappresenta la parola qui, infilo la mano in tasca e le dita circondano un piccolo oggetto solido e conosciuto.


La mia pelle sulla plastica è una guida sicura, un sentiero da percorrere, una memoria vigile.


Trovo un pulsante e con delicatezza lo premo.


E un altro.


E un altro ancora.


Un attimo o mille anni dopo, l’esplosione è un tuono senza temporale, la terra che accoglie il cielo, un momento di liberazione.


Poi le urla e la polvere e il rumore delle macchine che si scontrano, e le sirene mi avvertono che per molta gente dietro di me gli otto minuti sono finiti.


Questo è il mio potere.


Questo è il mio dovere.


Questo è il mio volere.


Io sono Dio.”


 

venerdì 2 ottobre 2009

Ritorno alla normalità

 

 

  

E' tutto così naturale, ordinario. Sembra quasi che dei fatti recenti non siano rimaste grosse tracce. La mente ripercorre il recente passato e fatica a riprodurre le emozioni forti che hanno dato risalto al vissuto di questi miei ultimi mesi. Fatti profondi, fortemente emozionali, storie di sentimenti, di legami, di infatuazioni, e anche storie di famiglia, e di leggi della natura. Cosa è rimasto di tutto ciò, oggi ? Sembra tutto sopito, sterilizzato dalle dolcezze e dalle asprezze. Mi chiedo se sia un bene o un male. Forse rientra in un contesto ciclico, e allora vabbene così. Faccio punto e accapo. Focalizzo i nuovi obiettivi, ed imposto le mie nuove coordinate. Ma tanto, so già che, presto o tardi, spunteranno eventi inattesi, non programmati, e torneranno le palpitazioni, le frenesie, ... e le emozioni.

venerdì 11 settembre 2009

Foto ricordo escursione Cava Grande (6 settembre 2009)






Alcune belle foto che ho scattato in occasione dell'escursione di domenica scorsa a Cava Grande del Cassibile (Avola):

http://cid-8fd40c2bf4286342.skydrive.live.com/self.aspx/Album%20ricordo

martedì 1 settembre 2009

A supporto del piacevole ricordo di una bella serata passata tra amici

 

 



Eccoci qua, riuniti questa sera,


accomuntati tutti da una passione vera


per il lavoro e la profonda amicizia


che ci fa dire :"... la vita la propizia !"




E' stato un anno pieno di tensioni,



ma non sono mancate certo le emozioni



che ci hanno accompagnato nel cammino



qual'è la nostra vita, col suo destino.




Gli squilli dei telefoni rompi..glioni


ci han regalato sbuffi e maledizioni


ma siam sempre stati pronti, come pochi


a far buon viso ai cattivi giochi




E che dire del tizio antipatico



molto rompi e poco diplomatico



a cui vorremmo certo riservare



uno schietto "ma va a cagare !"




Il lavoro, certo, ci nobilita molto


siam sempre pronti a farne, anche troppo


purchè poi arrivi, al momento opportuno


lo stacco di spina, per ciascuno.




Dopo tutte queste considerazioni



noi, poveri cristi, siamo proprio buoni



e ci definiamo compagni di sventura



e che questa cena possa essere una cura.




Nasce, quindi, spontaneamente


quello che si fa strada nella nostra mente


la voglia di brindare su cose serie


in alto i calici, dunque, e buone ferie.




(Lucio - 23 luglio 2009)

lunedì 31 agosto 2009

E la chiamano estate

 

 

 

Che Estate, questa che volge al termine. E' diversa dalle precedenti. Me ne accorgo perchè riscopro molto più tempo da dedicare alle mie riflessioni. Proprio queste ultime, mi portano a constatare quanto di fortemente emotivo ha caratterizzato il mio trascorrere di questi ultimi mesi. Nel mio breve resoconto, annovero esperienze di vita che valgono più di una vacanza caraibica. E' vero, il dolce far niente in un posto al sole può anche ritemprare le cellule cerebrali, ma è poco, paragonato alle profonde convinzioni cui si giunge facendo ispezione dentro la propria mente. E a questa determinazione si arriva con semplici esperienze di vita, supportate da una predisposizione a stare con le persone, accettandole così come son fatte, magari provando solo un poco a cambiarle, ma permettendo loro di mantenere la dignità delle loro scelte. E' una conclusione a cui arrivo in modo automatico, spontaneo, senza le forzature che più delle volte, in questo mondo, derivano da concetti come l'etica, o il senso del dovere, o il decalogo del buon cristiano. Io sostengo da sempre la maturità di riuscire a guardare gli altri come se fossimo noi stessi, decentrando il fulcro dell'esistenza umana dalla sfera dell'io a quella, ben più ampia, del resto del mondo.

La mia estate è più ricca di quella che testimonia agli occhi degli altri (inconsapevoli). Beneficia degli spunti prodotti anche da una primavera che ricordo piacevolmente per le escursioni e le passeggiate lungo percorsi campestri, dove la natura è rimasta incontaminata dagli agenti della pseudo-civiltà. Ricordo l'evento PARADA (I ragazzi di Bucarest) a Ragusa, che ha ravvivato la mia coscienza sul fatto che nel mondo c'è estremo bisogno di aiuto e assistenza. Ricordo le serate con gli amici, quelli così detti (solo per opportunità amichevole), e quelli che fanno onore al concetto di vera amicizia. Ma più di tutto ricordo (e rimane) l'esperienza che ha fulminato questo mio scorcio di vita, ossia l'aver conosciuto N, la donna su cui ho riposto inizialmente le mie attenzioni emotive. Un'immagine eterea che non si è mai macchiata di certe fantasie materiali, come si è soliti fare quando un uomo pensa ad una donna. Un profondo vissuto che ha avuto il suo culmine con il dono della mia prima poesia e che non ha avuto evoluzioni successive.

Infine c'è la spina nel fianco del momento. La mia attuale condizione di vita, fatta di presenze e attese. Un risvolto di vita che ha i sapori amari, ancorchè naturali, di cui sono partecipi coloro che mi stanno vicino.

E' proprio un periodo intenso e denso di storie ed emozioni, che spiccano nella mia mente come particolari a colori in una foto in bianco e nero. L'ultimo, in ordine di tempo, è la nascita di Federica, che servirà per alcuni (forse) a riconoscere il vero senso della vita.

venerdì 28 agosto 2009

Dedicata ad una New Entry

 


 

 

La Buona Novella






Sin da quando ci sei stata, lo hai fatto collocandoti


al centro dei nostri pensieri.


Eri ancora piccina, molto di più di adesso.


Eri di fatto invisibile, ma nel contempo spaziavi largamente


nelle menti di mamma e papà.


Cosicché, mentre facevi il tuo gioco,


inconsapevolmente hai lasciato crescere in loro


nuove dimensioni di vita,


hai fatto sì che potessero fantasticare il loro futuro,


e li hai indirizzati verso il vero senso della vita.


Tu, piccola com'eri, hai avuto questo potere,


un potere che spesso non ce l'ha nemmeno


un accademico discorso persuasivo.


Oggi loro ti ringraziano perché sei venuta al mondo,


e da adesso in poi lo farai anche tu,


ricambiando, con vocine e sorrisi, il bene ricevuto.


Non sarà una passeggiata, nessuno se l'aspetta.


Di certo potrai contare su un'infinità di attenzioni


che ti verranno elargite col cuore da parte di chi ti starà attorno.


Ed è per tutto questo che mi sento di dirti...


” Ben arrivata, Federica”.




Lucio


Siracusa, 26 agosto 2009


 


(Poesia n.2)


 


VERSIONE STAMPABILE:  http://www.lucioweb.it/ARCHIVIO/POESIE/labuonanovella.pdf


 


 

La Presenza

 


 

Cos'è la "Presenza" ?

 

Nel corso della mia vita ha assunto significati diversi. Mi ricordo reminiscenze scolastiche, quando dire "Presente !" richiamava automaticamente i concetti di compostezza e conformità. Erano tempi in cui si viveva di regole precise e rigorose, tali da rendere ardua la possibilità di aggirarle, e quando si riusciva nell'intento, si trattava di trasgressione.

 

In seguito, quando ho iniziato la mia attività lavorativa (24 anni or sono), questa parola ha voluto rappresentarmi correttezza e regolarità. La Presenza, nel lavoro, è sempre stato il mio vanto, propiziato dal mio spiccato senso del dovere. Le mie assenze nel lavoro, in un anno, non sono mai state più delle dita di una mano.

 

A questi significati, presto ne ho aggiunto un'altro, ossia attenzioni per le persone a me care, come la famiglia e gli amici. Chi ha imparato a conoscermi sa quante parole ho speso per incorniciare questi due doni di vita, senza i quali non è possibile emozionarsi.

 

Ma oggi è cambiato qualcosa. Altri significati si aggiungono ai precedenti.

Presenza, adesso, significa anche posto a sedere, silenzi di riflessioni, sguardi ispettivi, frasi rassicuranti, bracce prodighe, paura del peggio che verrà.

Sì, perchè Presenza è anche l'attesa di ciò che andrà affrontato, con l'abnegazione di chi, per mesi, contunua a ripetersi "Sono pronto !", ma che al momento culminante rischia di farla diventare una semplice frase interrogativa, vanificando le preventive opere di autoconvincimento, se pur giustificate dalle leggi della natura.

venerdì 21 agosto 2009

Musica e parole, armonia di vita

 



Ce l’ho nel sangue. Scorre in tutto il corpo. E’ la mia droga quotidiana. Da sempre. Ne faccio spudoratamente overdose, ma per fortuna non ne sono ancora assuefatto.


E’ la Musica, accompagnata dalle parole. E' il suono armonico, ma anche il ritmo, crudo e preciso. E’ la mia compagnia nei momenti che non condivido con nessuno. E' la mia fonte emozionale. E’ ciò che per gli altri è l'equivalente della visione di un buon film, o di un evento sportivo. E’ salpare per una nuova meta rimanendo esterefatti durante tutto il viaggio. E’ incantarsi nel riscoprire emozioni che si son perse strada facendo. E' sentirsi protagonista in un mondo virtuale, fortunatamente riproducibile anche nel mondo terreno.


La musica mi ha sempre accompagnato durante tutta la mia vita. Ascoltandola, non posso fare a meno di cantarci sopra, anche a squarciagola. E ci metto pure passione, e ricerca della perfezione. Si spiega facilmente che da piccolo sognavo di diventare un calciatore o un cantante. Vorrei avere imparato a suonare bene la chitarra per dare libero sfogo a questa mia passione. Mi piacerebbe farlo con accanto i miei migliori amici. Ma non dispero. Segretamente inseguo la possibilità di dedicarmi (da grande !) alle mie passioni che fino ad oggi non sono riuscito a coltivare, ossia la chitarra, oltre alla pittura, la lettura, la fotografia,...

domenica 16 agosto 2009

Ritratto

 

 

 

L'immagine triste di un posto a sedere accanto ad un letto.

Il silenzio di un'attesa dal sapore amaro.

Lo scorrere nella mente di un'infinità di ricordi e di storie che non potranno mai più riprodursi.

L'impotenza davanti a ciò a cui non è possibile porre rimedio.

Adesso é il mio turno.

sabato 8 agosto 2009

Fotografie


 





... e tornerà l'indifferenza a farmi compagnia...


... ognuno ha il diritto di dire, ognuno quello di non ascoltare …


... scusa se non ti accompagno, ognuno prende la strada che può....


... mi sorprendo sempre quando troverò ogni parvenza di tracce tue e del tuo nome...


... e cerco tra tutta la gente almeno un tuo dettaglio...


... cosa ci sia dietro a un segreto, cosa davanti lo vedo, e il viso triste sopra ogni dubbio non lo nascondo, e se lo faccio sbaglio.


Solo fotografie della tua assenza.(Tiziano Ferro)


 


  



lunedì 3 agosto 2009

Il Destino

 



È mai capitato nella vita di dire o sentir dire: "... tutta colpa del destino ! ", oppure: "È stato il destino che ... " ? La risposta è: "Un'infinità di volte". Io da anni ho perso l'abitudine di dire simili frasi, ma non di sentirle dire dagli altri. E quando succede, regolarmente, sorrido, fra me e me. Sembra quasi una recrudescenza medioevale sentir parlare di un fatto, curioso o poco piacevole, come se si trattasse di qualcosa di inevitabile, già preventivato e trascritto dal destino.  Eh sì, il destino, qualcosa a cui l'uomo non può sfuggire, perché, secondo barbare credenze, direi, qualcuno o qualcosa ha già deciso il percorso di vita, poiché l'uomo non ha la capacità di rendere incisiva e decisiva la forza della sua volontà ! La cosa ancora più sbalorditiva, è che c'è gente in grado di sostenere la tesi che il destino vale anche per i piccoli gesti quotidiani, come alzarsi la mattina dal letto: "Il destino sapeva già quale piede avresti appoggiato per primo !" .


Ma cos'è questo destino ? Un librone su cui è scritto (da quando e da chi ?) tutto il nostro percorso di vita, dalla nascita alla morte, attimo per attimo ?

Se di questo tenore, dell'altrui opinione sulla questione dico grazie, e che se la tengano stretta, perché io ne ho un'altra, di opinione.

A loro dispetto, sostengo apertamente che l'uomo possiede il libero arbitrio di scegliere il proprio futuro, un futuro che è il frutto dell'incontro-scontro di tante menti, tutte pensanti autonomamente. In base ad una pura casualità, si accavallano eventi uno dietro l'altro, non prevedibili in nessun modo, e rimane pertanto pacifico che, di tanto in tanto, possa succedere ciò che molti, impropriamente, definiscono voluto dal destino. Cosa c'è di strano in tutto questo ? È mai possibile che di norma tutto debba andare secondo schemi noiosi e ripetitivi ? Gli studiosi di statistica sanno che qualsiasi evento ha la sua probabilità di verificarsi, anche se di misura infinitesimale. Allora, in un mondo così vasto, fatto di tante persone e cose, mescolate fra di loro in un tempo infinito, ciò che sul momento sembra impossibile, presto o tardi diventa realtà.

Già, perché sorprenderci se chi ha perso le speranze di vivere una bella storia d'amore o di profonda amicizia si ritrova un giorno ed esserne protagonista, e non semplice spettatore ? La vita, non scritta dal destino, è pronta, con assoluta casualità, a donarci sia le cose scontate che quelle incredibili.




lunedì 27 luglio 2009

Il miraggio

   


 


Cos'era ? Un miraggio ?


Gli assomiglia molto. Ma la sensazione è ancora viva. E rievocandola mentalmente mi sono convinto che non è stato un abbaglio. Ho realmente vissuto quell'esperienza, bella ma cruda. Ma, cosa è cambiato oggi ? Sì. Non conosco lo status quo. Preferirei conoscerlo, anche se ciò non mi dovesse piacere. Perché, alla lunga, la verità non fa mai male. Ho bisogno di rendermi conto. Rimanere appeso a qualcosa di indefinito, senza avere la possibilità di reimpostarmi, è dura. L'ultima volta è stato solo confondermi le idee, mentre speravo, di lì a breve, di renderle più chiare.


Oggi tutto tace. E ho le mani legate. Non posso e non voglio prendere iniziative. Anche questa è una prova di vita. Lascio tutto al caso, o meglio, alla realtàche però tarda a manifestarsi. Saprò attenderla. Saprò accettarla, qualunque essa sia. Adesso so solo di non conoscerla, ma esiste, e vive nella mente di chi ne è protagonista. Ma prima o poi sarò anch'io attore di questa cosa.


E la vita mi assomiglia sempre più ad una recita, i cui applausi sono dispensati ai pochi virtuosi.


 

martedì 21 luglio 2009

La giostra

 



 


Spesso, nel corso della nostra vita, impieghiamo tante energie a rincorrere una persona, sia fisicamente che idealmente. Ma quella persona, talvolta, ci sfugge, e non riusciamo ad afferrarla perchè anche lei impegnata, con pari frenesia, a rincorrere un'altra persona, altrettanto sfuggente. E per questo che, nel mio immaginario, vedo la vita come una giostra, quella con i cavalli, e con protagonista la folle illusione di riuscire ad afferrare chi ci sta davanti a pochi passi, e senza la cognizione che, spesso, ciò che cerchiamo dalla vita ci rincorre alle nostre spalle.




lunedì 20 luglio 2009

Il gioco della vita

 


 


E' buffo, ma vien da dire che la vita è un gioco. Anzi, una prova. Ne ha tutte le caratteristiche.


C'è la fase in cui occorre prima capire le regole, e non è facile. In questo mondo ci sono tante persone disposte a spiegartele, perché si fregiano d'essere profondi conoscitori del meccanismo, ma te le propinano secondo il loro punto di vista, suggerendoti il comportamento da adottare, senza lasciarti ragionare da solo. Senza contare che c'è pure chi vuole indurti in errore per trarne un vantaggio personale.


Poi c'è la fase preparatoria, ossia la fase in cui provi e constati le tue strategie. Ancora non si fa sul serio, perché in questo contesto non vieni giudicato. La vera prova deve ancora arrivare.


E infatti, quando arriva, sei tu, da solo, che devi dimostrare quanto vali. Hai a disposizione la tua conoscenza acquisita nel tempo, hai l'esperienza che ti ha forgiato e convinto su come puoi lottare, su come devi difenderti dagli avversari che ti sbarrano il passo, su come costruire le alleanze che ti aiuteranno durante il percorso. La prova è lunga, e non mancheranno momenti di speranze, di sconforto, di incoraggiamento, di tenacia e di persistenza. Se giocherai bene le tue carte, potrai raggiungere il traguardo, e non importa se non sarai il primo, l'importante è esserti battuto con onore e dignità. All'arrivo, è vero, sarà premiato il primo arrivato, ma solo con simboli materiali di effimero valore. Il premio migliore sarà quello del pubblico, che consegnerà al meritevole un riconoscimento che va ben oltre i convenevoli. Lo capirai facilmente, e ti sarà chiaro che vincere non significa necessariamente essere arrivato tra i primi. La tua soddisfazione per come avrai affrontato la prova ti ripagherà degli sforzi occorsi. Ti sentirai saturo come un uovo. Tu sì che sarai pronto a fare buon uso di ciò che dà il significato alla parola campione.


giovedì 16 luglio 2009

Un buon libro

 



 


Stanotte non avevo sonno. Allora ho pensato bene di aprire un libro (Io uccido) che avevo finito di leggere alcuni mesi fa. Ho scelto di leggerne il primo e l'ultimo capitolo. Ho apprezzato nuovamente la capacità descrittiva dell'autore (G. Faletti) e, non sazio nè assonnato, mi sono messo a leggere il penultimo capitolo (n.64). Mi è sembrato di rituffarmi corpo e anima all'interno della vicenda trattata dal romanzo e ho potuto rigustare due sentimenti che mi appartengono fortemente, ossia l'amicizia e l'amore. In quelle 8 pagine c'è la sintesi delle migliori sensazioni, e dalla loro lettura mi si è innescato facilmente l'emozione che provoca la rottura di voce che io sono solito usare davanti ad un libro, ma anche l'effetto incontrollato di scoprirmi con gli occhi lucidi. Il contesto riassaporato è quello del classico clima da quiete dopo la tempesta. Ed è un contesto di pace e serenità , il cui apprezzamento infonde nell'intimo umano il senso della giustizia. Quelle 8 pagine sono la celebrazione di valori che sono la ragion di vita. Non mi stancherò mai di esaltarne l'importanza. E trovo triste l'idea che nella maggior parte delle persone prevarichi il sentimento dell'egoismo.

mercoledì 15 luglio 2009

L’ingorgo mentale

 



 


Cento pensieri si affollano nella mia mente. In altri tempi mi sarei rammaricato di questo, ma oggi mi serve d'aiuto. Grazie all' ingorgo mentale riesco a gestire meglio il pensiero predominante. E non riesco a prevedere il mio futuro. Tutte le ipotesi sono possibili. E fin quando è tutto da stabilire, lascio aperte le porte. Ragiono con la testa, anche se spesso mi lascio trascinare dal cuore. Constato di vivere un periodo di grandi riflessioni, individuo chiaramente nel mio profondo ciò che voglio realizzare dalla mia vita, coi limiti insormontabili che si frappongono solitamente fra le intenzioni e i fatti. Ma adesso mi sta bene così. E aspetto qualcosa.


lunedì 13 luglio 2009

Tutto si ristabilisce

 


Tutto si ristabilisce, prima o poi. Ogni cosa prende il suo posto. In tempi diversi, è vero, ma succede. La conferma di questa regola la danno la pazienza e l'ottimismo, insieme alla tolleranza, tutti fattori su cui si dovrebbe costruire la vita. Ma mi chiedo, quanto durerà quello che mi è successo ? Perché quello che mi è successo è provvisorio, come sono tutte le cose di questo mondo.


Tutti i sentimenti forti, come amore, odio, amicizia e indifferenza, non danno garanzia di solidità nel tempo. Me ne sono accorto da un pezzo. Mai dire per sempre. Ogni cosa ha un inizio, certo, ma la sua fine è sempre in agguato, pronta a manifestarsi, talvolta lentamente ma inesorabilmente, e talvolta di colpo, senza preavviso alcuno. Noi dobbiamo solo far fronte all'inevitabile, buttando via i cocci di un qualcosa che non c'è più, e trovando spunti nuovi per rinnovate considerazioni di vita. La vita è bella se vissuta puntando a nuovi obiettivi, o se si prova a rivalutare ciò che si ha già. E' vero che è fatta di alti e bassi. Ma la capacità di far fronte ai momenti infelici viene sempre ripagata da gioie future.


Eh sì, sono ottimista nel DNA, che posso farci. Vivo il mio tempo con i miei ricordi e i miei propositi futuri. Guardo al passato con nostalgia ma senza rimpianti. Guardo al futuro con speranza e senza timori. Forse perché è inutile attaccarsi veramente a qualcosa, perché, in fondo in fondo, occorre, primo o poi, mollare tutto, quando si è arrivati all'ultima spiaggia. Anche quando hai costruito il massimo, come i sentimenti, alla fine calerà il sipario, e rimarrà la soddisfazione di avere interpretato al meglio la vita, anche con qualche sbavatura, ma nel complesso con la spontaneità che rende dignitosa l'esistenza.

domenica 12 luglio 2009

E’ tornata !

 


 

Adesso sì. Ti ho riconosciuta. Non mi sbagliavo sul tuo conto. Non poteva essere come mi avevi lasciato credere l'altra sera. Avevo conosciuto un'altra persona, solare, diretta,  e schietta. E se ti sei proposta per una sera con una maschera, solo con lo scopo di proteggerti, l'ho compreso. Ma oggi ho apprezzato il tuo passo in avanti. E sei tornata ad essere la donna speciale, quella che ognuno vorrebbe avere per amico, quella a cui puoi confidare le emozioni più profonde, quella a cui saresti pronto a dare una spalla di sostegno e un lume di consigli. Grazie, per essere tornata !

mercoledì 1 luglio 2009

Io e i miei pensieri

 


 

Eccomi qui, davanti al mio PC. Sono stanco, ma ho voglia di scrivere ancora due parole. Anche se mi aspettano solo 5 ore di sonno, sento la necessità di riflettere, sui valori della vita, sulle amicizie, sugli affetti familiari. Riscopro il valore di un silenzio che adesso mi da carica di pensare al domani. Molte cose sono in cantiere nella mia mente. Molti progetti sono già schematizzati, pronti per essere attuati. Ad altri farei volentieri a meno, ma il percorso di vita é talvolta crudele e occorre farlo con determinazione. So di possedere le caratteristiche per non gettare la spugna, e so che la vita, prima o poi, dovrà accordami nuove gioie e soddisfazioni. Mi piacerebbe avere il tempo di dedicarmi a qualcosa di utile per gli altri, qualcosa che non preveda alcuna remunerazione, se così non si chiama l'elargizione di graditudine. Purtroppo adesso mi è impossibile. Niente mare, niente sport, niente vacanze, e troppi pensieri. La cura ? Penso il contatto con la gente, anche a lavoro. Ho voglia di reagire. Ma per adesso, interiormente, vado a fasi alterne. E aspetto momenti migliori.

martedì 30 giugno 2009

La mia poesia

 


 

Non pensavo di essere capace di scrivere una poesia. Eppure è successo. E' incredibile. In passato ho solo scritto qualche filastrocca o rima, poi mi è capitato di inventarmi delle simpatiche didascalie o anche storie divertenti. Ma, mi mancava la poesia. L'ho buttata giù così di botto, e in due ore era già riletta, corretta e pronta per essere servita, anzi, donata. La cosa più assurda, per me, è che l'ho scritta per una donna, una donna speciale. Non avrei mai immaginato che questo potesse succedere. Forse il turbinio di pensieri è stato così forte da sentire la necessità di scrivere, senza vergogne o limiti, come se la mia fosse una confessione a me stesso. Ancora più assurdo è il fatto di avere avuto il coraggio di donarla quasi subito alla donna che mi ha innescato questo risveglio di emozioni. Emozioni forti, sicuramente, tanto che ho pensato che sarebbe stato un delitto lasciarli soffocare dentro di me.

Adesso non so cosa succederà. Non mi aspetto niente di certo, anzi, nulla di nuovo. Sicuramente ho guadagnato la stima di quella donna che ha apprezzato la mia franchezza, e per me questo vuol dire profonda e reciproca amicizia. E ho l'ennesima conferma che la vita è proprio bella, e di tanto in tanto capita una ventata di fatti nuovi da far venire voglia di cristallizzare il buon momento, perchè si possa fruire in un tempo più lungo di una piacevole emozione.

 

 


Per leggere la poesia (con credenziali di accesso) clicca su http://www.lucioweb.it/PRIVATA/lamianuovamalattia.pdf



 

sabato 7 febbraio 2009

Azione politica

 



Dopo le impotenze davanti ai nostri politici, credo ci rimanga solo internet. Personalmente attribuisco molto valore al potere di internet. Grazie alla possibilità di trasmettere ovunque il tuo messaggio, hai di fatto la capacità di scalfire il pensiero degli altri. Si tratta solo di usare le parole giuste, di dar loro valore con il seguito dei fatti. La persuasione viaggia anche attraverso il web. Io sono convinto che se lavorassi 8 ore al giorno per 6 mesi su un progetto, chiaro e convincente, divulgandolo via internet, riuscirei nel mio intento. Ovviamente il lavoro non me lo permette. Ma oggi, per la prima volta, sento che potrei occuparmi di politica. E' una sensazione strana, che in realtà non mi appartiene. Ma credo sia l'alternativa alla drastica rivoluzione. Cosa mi porterà questa nuova percezione, non so proprio.

venerdì 6 febbraio 2009

Nuovo partito politico

 



 


Ho una nuova idea di partito politico...
Appena posso, butto giù 4 parole per descriverlo con dovizia di dettagli.